• Raffaele Corte: Poesia visiva e sguardo pittorico

di Yvette Depaepe 
Pubblicato su 1x.com il 30 gennaio 2023

Il padre di Raffaele Corte era un bravissimo pittore e la sua elaborazione delle immagini è spesso dettata dalla ricerca dell’effetto pennello o, ancor più, dell’effetto spatola. Si ispira principalmente ai pittori piuttosto che ai fotografi. Gli piace sporcare, graffiare o macchiare le sue opere. Per migliorare la sua perfezione tecnica, Raffaele a volte si prende delle pause e crea immagini dai tratti e dai contenuti rigorosi e puliti, anche se quasi mai fedeli alla realtà
Ti invito a passeggiare nella sua galleria e a conoscere meglio l’artista dietro le immagini.

Profilo

Raccontaci brevemente di te, dei tuoi hobby e di altri lavori.

Sono insegnante (non di fotografia, né di arte) in una scuola di Roma, la città dove sono nato e cresciuto.
Probabilmente, il mio senso artistico è nato proprio dall’osservazione e dal confronto con le meraviglie, con la Storia e… con il caos caratteristici della città.
Il mio rapporto con la fotografia è così stretto che anche alcuni racconti e romanzi che ho pubblicato hanno preso spunto da mie immagini scattate nel corso degli anni, mentre nel tempo libero mi piace studiare e catalogare, dal punto di vista storico e tecnico, gli apparecchi fotografici di antiquariato e vintage che sto raccogliendo in una piccola collezione. In questo momento ho alcuni pezzi risalenti al periodo 1892-1953 (si possono vedere alla pagina https://www.raffaelecorte.com/collezionismo/). I pezzi che raccolgo sono tutti precedenti al 1956 – l’anno della mia nascita – per evitare di essere considerato io stesso un pezzo vintage o, peggio, di antiquariato…

In che modo la tua storia e le tue esperienze di vita hanno influenzato la tua fotografia?
Quali sono le tue esperienze più importanti che hanno influenzato la tua arte?
Qual è stata la prima cosa che ti ha attratto della fotografia?

Fin da bambino, ho sempre avuto una grande voglia di rappresentare il mondo. Mio padre amava fotografare, ma ancora di più amava dipingere, ed era molto bravo.
Vederlo creare le sue opere faceva crescere in me la voglia di dare una forma alle idee, ma con i pennelli io non ero bravo come lui: la fotografia è stato lo strumento con il quale ho potuto superare le mie frustrazioni, una specie di terapia attraverso la quale ho scoperto di poter fermare il tempo e di poterlo ricreare a mio piacimento, rappresentando la realtà ma anche distorcendola e adattandola alla mia sensibilità e alla mia immaginazione. Per questo mi piace definire il mio lavoro “Fotografia Infedele”.

Descrivi la tua visione fotografica complessiva.

Quando guardo i portfolios di altri autori, la prima cosa che appare è lo stile che li caratterizza. Anche a me piacerebbe avere uno stile personale, ma non sono ancora riuscito a trovarne uno.
Credo che il mio stile sia… non avere uno stile.
Sono convinto che ogni soggetto abbia una storia da raccontare e che questa storia non possa essere raccontata con lo stesso lessico.
L’oggetto si presenta e parla di sé stesso: il mio compito è ascoltare, capire e interpretare. La maggior parte delle volte, probabilmente, sbaglio qualcuno di questi passaggi e il risultato non è quello sperato. Altre volte, invece, il feeling con il soggetto è talmente forte da dare vita al “miracolo”.
Però nelle mie immagini esiste un denominatore comune: la figura umana, quando è presente, è emarginata o rappresentata in forma ectoplasmatica o di immagine nell’immagine, ed è sempre funzionale alla valorizzazione degli oggetti, dal bottone al grattacielo.

Perché sei così attratto dalla fotografia modificata in modo creativo oltre ad altre categorie?
Cos’è più importante per te, lo stato d’animo/la storia dietro le tue immagini o la perfezione tecnica?

Non dimentico le origini della mia passione per la rappresentazione fotografica: la pittura di mio padre. La modifica creativa delle mie immagini è spesso dettata dall’inseguimento dell’effetto pennello o, ancora di più, dell’effetto spatola.
Mi piace dare alle immagini un aspetto materico, mi piace “scolpire” e dare rilievo ai soggetti, mi piace ispirarmi ai pittori più che ai fotografi, sporcando, graffiando o macchiando la foto.
Naturalmente la perfezione tecnica è lontana da questa concezione della fotografia. È per questo che, talvolta, mi prendo delle pause di riflessione realizzando immagini dai tratti e dai contenuti rigorosi e puliti, anche se quasi mai fedeli alla realtà.

Qual è in generale il tuo rapporto con la tua materia oltre a essere un osservatore?
Prepari con cura le location dove intendi fotografare?

Come ho avuto modo di esprimere in un tutorial pubblicato sulla rivista (https://1x.com/magazine/permalink/9410), spesso sono i soggetti a scegliere me (non è affatto il contrario). Sono sicuro che mi cercano per essere interpretati secondo la mia visione della realtà.
Stabilire se un soggetto ha le caratteristiche per entrare a far parte della mia realtà personale è il mio unico contributo. Dopo aver creato un’immagine mentale del risultato, scatto.
Per questo motivo le mie location sono assolutamente casuali.

Che attrezzatura usi (fotocamera, obiettivi, borsa)?
Che software usi per elaborare le tue immagini?

Generalmente uso una fotocamera Nikon D500 con questi obiettivi:
AF-P DX 10-20MM F/4.5-5.6G VR
AF-S DX NIKKOR 16-80mm f/2.8-4E ED VR (l’obiettivo che uso di più)
AF-P 70-300mm f/4.5-5.6E ED VR
AF-S DX MICRO NIKKOR 40mm F2.8G ED
Durante la ripresa mi capita spesso di utilizzare il filtro polarizzatore.
Per il trasporto delle attrezzature utilizzo una borsa Mantona essenziale e robusta. Quando ho bisogno del cavalletto uso il mio fedele Manfrotto.
Per gestire ed elaborare le immagini uso i softwares Nikon ViewNX-i e, soprattutto, Cyberlink PhotoDirector. Spesso mi piace dare alle immagini un “tocco finale” con i softwares della suite Nik Collection, in particolare Color Efex Pro 4.

Qual è il tuo consiglio più importante per un principiante nella fotografia modificata in modo creativo e come inizi?

Ho solo due consigli:
1) impara a conoscere molto bene il tuo software creativo;
2) impara a conoscere molto bene te stesso. Io, su questo punto, sto ancora lavorando…

Ci sono direzioni specifiche in cui vorresti portare la tua fotografia in futuro o obiettivi specifici che desideri raggiungere?

Io sono sempre insoddisfatto del mio lavoro. Per questo seguo la ricerca estetica in ogni direzione e propongo le mie creazioni a piattaforme come 1x per testare le mie capacità.
Forse il mio obiettivo da raggiungere è imparare a piacermi…

Descrivi la tua fotografia preferita scattata da te e perché è speciale per te? (Sentiti libero di aggiungere il link anche se non è nel tuo portfolio).

Non è stato facile individuare un’immagine che mi è particolarmente cara perché, come ho già detto, ognuna di loro mi parla con un suo linguaggio speciale.
Ho scelto “Il bucato” perché mi coinvolge con i suoi elementi popolari, semplici e malgrado tutto forti e significativi.
È stato anche il mio primo esperimento di effetto pittura pubblicato e premiato da 1x

Il bucato

C’è qualcos’altro che desideri aggiungere e cosa ne pensi di 1X come base per il tuo lavoro?

1x è sicuramente una delle migliori vetrine fotografiche e sono molto contento di averla conosciuta.



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