In questa stampa intitolata “Special Guest”, di Raffaele Corte, un’antenata di un’epoca passata emerge come una presenza spettrale nel soggiorno di famiglia di un grande castello. La stanza trasuda un’aria di abbandono e decadenza, con finestre rotte e mobili dimenticati sparsi in giro. La composizione orizzontale attira la nostra attenzione sulla calda poltrona e sul divano che un tempo hanno fornito conforto a innumerevoli generazioni. Ora usurati e invecchiati, sono testimoni silenziosi del passare del tempo. Le sedie che circondano il tavolo sembrano congelate a metà conversazione, i loro posti in attesa di occupanti che non torneranno mai più. Attraverso questa immagine, siamo trasportati in un mondo in cui l’architettura racconta storie di degenerazione e ricordi sbiaditi. Le maestose finestre del castello offrono scorci del suo glorioso passato riflettendo allo stesso tempo il suo attuale stato di abbandono. La figura spettrale di Raffaele Corte aggiunge un tocco etereo alla scena; la sua presenza evoca sia nostalgia che mistero. Mentre contempliamo questa fotografia, sorgono delle domande: chi era? Quali segreti nasconde? Il suo legame con la famiglia rimane avvolto nella storia, ma ci invita ad avvicinarci. Questa straordinaria opera d’arte ci invita a riflettere sulla transitorietà della vita e ci ricorda che anche negli spazi abbandonati si nasconde una bellezza degna di essere preservata. È un toccante promemoria che l’eredità dei nostri antenati continua a vivere attraverso queste mura in rovina, promemoria non solo della loro esistenza, ma anche promemoria per le generazioni future affinché non dimentichino le loro radici in mezzo al progresso e al cambiamento.
(da “Media Storehouse“)